LETTERE
30.10.2011
LETTERA DELL'EDITORE Decidere di pubblicare un fumetto come quello che avete appena letto, non è facile. Per un attimo vorrei che il lettore si immedesimasse nei panni di un piccolo editore, a cui un giorno giunge una proposta simile. “Miki” è dolore. “Miki” è orrore. Ma un orrore puro, vero. Un male che ti prende e non ti lascia una volta che hai finito di sfogliare le pagine. Un dolore che ti obbliga a pensare, ed in un certo qual modo, ad agire. Ed io ho agito. Ho voluto parlare faccia a faccia con lo sceneggiatore, Lorenzo, diverse volte. E ogni volta c'erano sempre nuove domande, nuovi interrogativi, nuovi dubbi. “Questo fumetto è dinamite pura, e bisogna saperlo maneggiare nel modo giusto, se no si rischia di saltare tutti”- questo è quello che gli dissi. Parlare di pedofilia in Italia è difficile. Farlo tramite un fumetto ancora di più. Perché un fumetto rispetto ad un libro o articolo di giornale, “arriva” meglio. Riesce a scardinare le difese ed aggirare gli ostacoli della mente. Un fumetto vive di immagini e balloons, che di solito non fanno male. Non è un film horror. Apparentemente semplici disegni, semplici e subdoli che oltrepassano il “visto censura”, e giungono dritti al cervello, colpendolo di onomatopee e sfumature. Rendendo l'orrore palpabile, quando meno te lo aspetti. Sinceramente, non mi interessava pubblicare una roba simile. Io sono abituato a ben altro tipo di orrore; più fantasioso, quindi meno pericoloso. L'horror classico in fondo non fa male. Vedere un bambino che viene stuprato e successivamente assistere all'omicidio dello stupratore, è un pugno nello stomaco. Non volevo dare alle stampe una cosa simile, lo giuro. Però... Più del pugno nello stomaco faceva male il pensiero, il ragionamento che scaturiva dalla lettura. Vampiri e zombies sono mostri immaginari, i pedofili no. I primi non esistono, i secondi sono tra noi. Se alla fine avessi detto no a Lorenzo, è come se in minimissima parte mi fossi schierato dalla loro parte. Dalla parte dei mostri. Perché spesso, l'orrore vero è non parlarne. Lungi da me operazioni sensazionalistiche stile “sbatti il mostro in prima pagina”, ma non potevo e non si può essere passivi dinanzi un argomento simile. Non so che vita editoriale avrà questo fumetto, io il primo passo l'ho fatto. Adesso sta al singolo lettore decidere di schierarsi oppure fare finta di nulla. Sapendo che fare finta di nulla è quello che vogliono i mostri. Quelli veri. Luca Belloni
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_ 30.10.2011
LETTERA DELL'AUTORE Pedofilia. Un fenomeno purtroppo largamente esteso e incredibilmente capillare. Se consideriamo poi che la grande maggioranza dei casi rimane sommersa, la verità è che non abbiamo idea di quanto i confini di questa aberrazione siano realmente e tragicamente vasti. Si possono fare statistiche attendibili, proiezioni credibili, stime comunque parziali, ma poi? Tutto ciò non fermerà i denti del mostro. La domanda cruciale è quella che vale sempre: quale ruolo ci siamo dati noi di fronte al fenomeno? Siamo coloro che gridano puntuali all’enesimo scandalo del momento con un occhio fisso sulle vendite o siamo coloro che leggono voracemente i titoli sull’orco di turno per poi perdersi nella pagina sportiva? Siamo coloro che si battono quotidianamente e con costanza contro il dilagare del fenomeno perché coscienti del fatto che solo la continuità nell’impegno può garantire una speranza per le vittime, o siamo coloro che non si interessano perché la vita è solamente una? Come ci poniamo di fronte al fenomeno? Cosa facciamo? Cosa fai tu? Perché la verità è che senza l’aiuto di tutti alla fine perderemo tutti. Il tema è ovviamente delicato e “Miki” sarà una storia poco delicata; sarà un punto di vista limitato e una strada sbagliata; sarà una giustizia distorta in un mondo estremo ma estremamente reale. Non si daranno risposte definitive, non si proporranno soluzioni universali al problema: non esistono. Si parlerà di una piccola goccia nera in un mare di disperazione. Miki è semplicemente una storia e come tale va presa. Perché un fumetto? Perché è uno strumento che conosco e con cui spero di arrivare a una larga fetta di pubblico. Non lo faccio certamente “per lucrare sulle disgrazie altrui” ma perché sono convinto che sia importante sensibilizzare ogni tipo di pubblico su questo scomodo argomento, per renderlo attento e attivo, nella speranza che ogni minimo fermento contribuisca a far emergere anche solo una piccola parte del sommerso, perché quella piccola parte è comunque la vita stessa di qualcuno. Il progetto è infatti più vasto e non vuole vivere di sola fantasia: il rischio sarebbe quello di dare un’errata lettura del fenomeno della pedofilia, in cui chi abusa è unicamente un essere perverso e spietato, privo di legami con le sue vittime. Miki vuole evitare questo abbaglio (che rimane perciò essenzialmente narrativo) radicandosi saldamente nella realtà: per questo motivo abbiamo voluto investire in contenuti non disegnati, ritagliandoci spazi fondamentali per descrivere una realtà che supera di gran lunga ogni fantasia: lo faremo riportando diversi articoli di casi accaduti recentemente in Italia e soprattutto citando il Dossier Pedofilia 2011, un documento pubblico di Telefono Azzurro al quale rimandiamo. Lorenzo Piscopiello
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8.2.2012
LETTERA... CIAO AMICO/A. NON VERGOGNARTI MAI DI QUELLO CHE HAI FATTO, PERCHE' NON NE HAI NESSUNA COLPA, CHI DOVREBBE VERGOGNARSI SONO LORO, MA SE LO CAPISSERO NON LO FAREBBERO, QUINDI NON TEMERE MAI DI USCIRE ALLO SCOPERTO, PERCHE' SONO LORO CHE TEMONO CHE TU LO FACCIA. LORO POSSONO TOGLIERTI TUTTO. I SOGNI, LE EMOZIONI, LA GIOIA, L'AMORE E.... LA VITA. MA RICORDA: LA DIGNITA' NON TE LA TOGLIE NESSUNO, E GRAZIE A CIO' PUOI USCIRNE E CAMMINARE A TESTA ALTA ED ESSERE ORGOGLIOSO/A DI TE STESSO PERCHE' SOLO LA VERITA' TI RENDE LIBERO/A. NON AVERE PAURA: NON SEI SOLA/O. VITTIMA DI OLTRE 10 ANNI DI VIOLENZE RIPETUTE E CONTINUE DALL'INFANZIA ALL'ADOLESCENZA, DA PARTE DI PERSONE ALL'INTERNO DEL NUCLEO FAMILIARE. |